giovedì 22 dicembre 2016

"Il signore delle mosche" di Wililam Golding


Tanto amato sul web da gente sconosciuta, tanto l'ho "odiato" io.
Sì, mi trascino dietro questo libro da quest'estate, per finirlo a Dicembre. L'ho trascinato, tirato, caricato sulle spalle come si fa con un sacco che incontra una roccia e non vuole più avanzare.
Sarà il fatto che il mio essere vegana un po' ha contribuito a frenarne la lettura, sta di fatto che questo libro non mi ha entusiasmata, la morale c'è, alla fine. 
Un gruppo di ragazzini atterrano su un'isola apparentemente deserta, senza nessun adulto. Decidono così di convocare un'assemblea per stabilire delle regole e, ovviamente, un capo, scelto quasi in maniera unanime: Ralph, uno dei protagonisti e voce narrante. Accanto a Ralph troviamo Piggy, un ragazzino un po' cicciotello, sicuramente più adatto ad una vita sedentaria e tranquilla, ma si rivelerà molto utile il suo sapere, il suo cervello. Con Simone, un ragazzo un po' timoroso, fedele al capo, mai sopra le righe. rientrano tra i miei preferiti
Jack, il portavoce dei musicisti, diventerà presto il loro capo, e loro i suoi fedeli cacciatori.
All'inizio divertiti dall'accaduto l'armonia regna quasi perennemente sovrana, ma la pace, tra questo branco di adolescenti e piccoli quanto potrà durare?
Dalla penna di Golding esce rabbia, paura, cattiveria, sadismo. Ragazzi che retrocedono, non tanto distanti comunque dai sentimenti di molti giovani di oggi, che tornano ad essere selvaggi, che si adattano nella maniera più barbara alla condizione in cui si trovano.
Cacciano per sopravvivenza, uccidono per divertimento, quasi fosse una sorta di gioco, dove la vita stessa perde ogni tipo di importanza.
Riusciranno a tornare a casa tutti sani e salvi?

sabato 3 dicembre 2016

"L'amica geniale: Storia della bambina perduta" di Elena Ferrante


Ed ecco l'ultimo capitolo di questa meravigliosa quadrilogia!
Meravigliosa perché personalmente mi è piaciuta davvero tanto. Devo dire però che questo ultimo libro è stato un po' forzato, a tratti un pochino lento ma ha chiuso quasi degnamente la storia di queste due amiche. 
Qui le ritroviamo entrambe incinte, Elena alla terza, Lila alla sua seconda gravidanza. Partoriscono a breve tempo l'una dall'altra ma..qualche cosa andrà storto, una terribile disgrazia si abbatterà su una delle due amiche.
Questo loro legame, già vacillante, prima si perde poi si risana, come uno yo-yo, fino a spezzarsi completamente e definitivamente. 
La vita di Elena entra in crisi, si ritrova da sola sentimentalmente: divorziata dal marito delle sue prime due figlie: Adele detta Dede che prende il nome dalla madre di Pietro ed Elsa, abbandona successivamente anche Nino, il padre della sua terza figlia: Imma, diminutivo di Immacolata, porta il nome della madre di Elena. Senza una casa, grazie alla prima rottura, si ritrova a passare di casa in casa, di città in città fino a trasferirsi a Napoli. Categoricamente fuori dal Rione. Come se non bastasse la vita la mette difronte sia ad una sfida lavorativa: i suoi libri vedono calare le vendite, e bisogna dar da mangiare ad un pubblico affamato di pagine, pagine buone, però; sia ad una sfida emotiva che riguarderà la famiglia ed in particolare sua madre, con la quale poi vedrà nascere ben altro rapporto da quello precedente.
Dal canto suo, Lila si ritrova quasi nella situazione opposta: la nuova "fabbrica" cresce sempre più grazie anche alla collaborazione che diede ad uno dei fratelli Solara.
La vita con Enzo prosegue degnamente, sarà lui il padre della sua seconda figlia: Tina ma questo non basterà a consolidare la loro unione.
Seguirà un evento che cambierà le carte in tavola e che ribalterà le vite delle nostre protagoniste.

sabato 26 novembre 2016

"La ragazza delle arance" di Jostein Gaarder


"Mio padre morì undici anni fa. Quando se ne andò, io avevo solo quattro anni. Non credevo che avrei più avuto suo notizie, ma adesso stiamo scrivendo un libro insieme. Queste sono le primissime righe di quel libro, e le sto scrivendo io, ma a poco a poco sarà lui a parlare. E' lui che ha una storia da raccontare..."

Georg è un ragazzino di 15 anni, suo padre è morto quando ne aveva solo 4. 
Dopo 11 anni il ragazzo legge la lettera che suo padre gli ha lasciato in eredità, storia che il padre avrebbe preferito raccontargli dal vivo ma che non ha potuto fare.
Così, si ritrova una sera a dover leggere quelle lunga lettera che gli ha lasciato il padre, pagine cariche di sentimenti, dove Joan Olav racconta di quando ha conosciuto la ragazza delle arance, di come l'ha inseguita. Racconta al figlio di questa favola, delle regole che ci sono in essa e del timore che tutto svanisse quando lui stesso non riuscì a tener fede alla regola imposta dalla ragazza delle arance. Preoccupato che questo si riveli fatale per la sua favola Joan prende il primo aereo per raggiungere quella ragazza che lui tanto desiderava rivedere, perché quando una persona ti manca davvero tanto l'unica cosa che bisogna fare è cogliere l'attimo e sorprendere chi di certo non si aspetta una visita, soprattutto quando chi ti viene a cercare lo fa nel vero senso della parola. Sì perché Joan non ha un indirizzo, sa solo che la ragazza delle arance è in una città della Spagna: Siviglia.

"Quando il mio papà all'improvviso scoppiò a piangere, mentre lui e io stavamo navigando insieme nell'universo, capii che non c'è niente al mondo di cui fidarsi."

Questo scritto è un inno alla vita, con un filone filosofico, a tratti commovente, il padre pone scritte al ragazzo quelle domanda che nel momento in cui scrive la lettera non può fare data la giovane età del bambino.
Questo libro è carico di sentimenti, e ci invita a vivere la vita il più intensamente possibile, che si dovrebbe vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo, realizzare i propri sogni, fare tutto ciò che ci passa per la mente anche se ci sembra stupido. Bisogna sorridere, bisogna cantare, ballare, ridere senza il timore che qualcuno ci guardi e ci giudichi, perché la vita è una sola e quando ci viene tolta nessuno ce la restituisce, nemmeno chi rideva guardandoci ballare o cantare. 
Bisogna prendere un aero e andare in cerca della persona che tanto stiamo cercando, scriverle un breve messaggio "Scendi, sono qui".
Vivi il presente perché del domani non si è certi.

martedì 1 novembre 2016

Book haul di Ottobre e altri acquisti

Grazie agli scambi, e con qualche libro acquistato,  in Ottobre ho appesantito ancora di più la mia libreria. Sono entrati, tra scambi e compre 15 libri.. più altre cosine interessanti che ora vi mostrerò.
Una piccola premessa, prima, tutti i libri da me acquistati/scambiati, lo sono a scatola chiusa quasi nella totalità delle volte, mi affido a trame, di altri invece ne ho sentito parlare e ne ho letto svariati pareri.



Qui in cima troviamo i primi due libri presi in biblioteca, dove da un paio di mesi hanno allestito un tavolinetto dove portare e/o prendere libri che non si leggono più e che si vuole leggere.
Il primo della lista è "Bora", scritto a due mani, quelle di Anna Maria Mori e di Nelida Milani.
Il secondo libro, preso dalla biblioteca (presi due e lasciati due) è di Alessandro Baricco: "Barnum".

Poi troviamo un libro che ho preso in un mercatino dell'usato (l'unico) "Tre uomini in barca/Tre uomini a zonzo" di Jerome K. Jerome. Lessi già il primo (Tre uomini in barca) che mi è piaciuto a tal punto da voler prendere anche il seguito.


Da Libraccio, invece, ho acquistato cinque libri, per lo più su viaggi, uno dei quali è inserito anche nella mia wishlist. I primi quattro libri erano occasioni che ho trovato a metà prezzo, alcuni in condizioni davvero ottime, paragonabili al nuovo, e alte un po' più rovinate, comunque si equilibra il totale.
Troviamo:
"Microcosmi" di Claudio Magris, il libro presente nella mia wishlist, compreso in una lista di libri regionali trovata su questo libro;
"Viaggi" di Michael Crichton
"Né qui, né altrove" di Gianrico Carofiglio;
"Atlantide. Viaggio e avventure nel continente sommerso" di P. Benoit; e
"Il dilemma dell'onnivoro" di Michael Pollan.


Tra gli scambi invece troviamo:
"Il coraggio del pettirosso" di Maurizio Maggiani, scambiato su Bookmooch, fa sempre parte di una delle liste di questo libro;
"Il prete bello" di Goffredo Parise, scambiato su Anobii e fa sempre parte della lista di cui sopra;
"La camera delle signore" di Jeanne Bourin, scambiato su Bookmooch;
"Ho sposato una vegana" di Fausto Brizzi, nella mia wishlist, ed essendo vegana non potevo perdermi questa storia tragicomica;
"L'Africa di Viero" di Paolo Brunelli, scambiato su soloscambio;
"La pioggia prima che cada" di Jonathan Coe, scambiato anche questo su soloscambio; ed infine
"L'adottato. Una piccola e buffa storia tra realtà e fantasia" di Josè Monti, scambiato su bookmooch, scoperto poi essere una storia per bambini/ragazzi ma tanto meglio, c'è bisogno anche di queste storie.

In ultimo, vi mostro che altro mi sono comprata, al di fuori dei libri...oggetti che vanno ad incrementare la mia collezione.
Prendo l'occasione per cercare ospitalità quando camera mia sarà invasa totalmente

 

Funko Pop di Sailor Moon e, sotto, gli scettri delle 5 guerriere, e poggiata sopra la stecca di cioccolato di Willy Wonka, riuscirò a trovare il biglietto dorato????

giovedì 29 settembre 2016

"L'amica geniale: Storia di chi fugge e di chi resta" di Elena Ferrante


"Appena scendevo dal treno mi muovevo badando a parlare sempre in dialetto come per segnalare sono dei vostri, non mi fate male"

Finalmente mi sono immersa nel terzo e penultimo capitolo della saga de "L'amica geniale".
In questo terzo volume il rapporto tra Lila e Lenù è sempre più vacillante, stanno anche mesi senza sentirsi e le loro conversazioni, spesso e volentieri per telefono, diventano sempre più superficiali e prive di intimità. E nonostante questo sempre indispensabili l'una per l'altra.

"Guardami finché non mi addormento. Guardami sempre, anche quando te ne vai da Napoli. Così so che mi vedi e sto tranquilla"

Immacolata, la madre di Elena, nutre sempre la solita ostilità verso la figlia che si è realizzata, che è andata ad abitare fuori da quel pezzo di Napoli che in fondo nessuno vorrebbe abitare. La primogenita che ha lasciato la famiglia a "morire di fame" ed ora, a detta della madre, si crede una signora grazie al successo del suo libro. Libro che farà nascere tante voci tra gli abitanti, grazie a pagine "scabrose". 
Inutile ripetersi: la Ferrante scrive la storia ed è come se la vivessi, come se fossi anche tu un cittadino del Rione, dove i tuoi vicini sono Lila, Enzo, la famiglia Solara e tutti gli altri protagonisti. 
Ti senti parte integrante del romanza, non lo vivi solo da spettatrice. Devo però dire che in certi punti il romanzo perde quota, e per quanto odiosa sia a volte Lila, le parti dove si narrano le sue vicende sono più emozionanti, ti caricano di rabbia perché Lila ciò che vuole se lo prende, forte di un carattere dominante, lei vive la sua vita quasi fregandosene delle conseguenze delle sue azioni e forse così più piena rispetto ad Elena, che avevamo lasciato timida, insicura ma determinata a rag
giungere il suo sogno: scrivere. La stessa Lenù che si ritrova ora a capire le scelte passate di Lila, la sua storia clandestina con Nino, lo stesso Nino che ricompare ancora una volta che se la vuole portare via e che le confida verità che scuotono e porteranno una svolta alla vita della nostra protagonista.

"Andai in bagno. Nino aveva sempre avuto la capacità di mostrarmi, appena apriva bocca, la mia arretratezza"

Appuntamento al quarto ed ultimo capitolo!!

sabato 24 settembre 2016

"Fairy love" di Cyn Balog



Attrae molto la copertina, con queste belle alette scintillante.
Alcune volte, però, l'abito inganna e questo libro è stato proprio così: adolescenziale, veloce la lettura ma povero di contenuto, troppo lungo per ciò che dice. 
Lo si prende per quello che è: un fantasy (non interpretate male, non vuol dire che snobbo i fantasy o che è un genere non degno di nota) che non dice nulla, ci racconta si, di questi due adolescenti che stanno insieme fin da quando erano piccolissimi, cresciuti assieme e che si sono promessi amore eterno.
Morgan, una normale ragazza, non eccelle in nulla, la tipica ragazza media.
Cameron, palestrato, giocatore di football in cui eccelle egregiamente.
Presto si troveranno a fare i conti con qualche cosa di magico, qualcuno viene a reclamare Cameron, ed è disposta a tutto per riportarlo indietro, per riportarlo nel suo mondo. 
La cosa sconvolge Morgan, la quale senza il suo Cam si trova persa, debole, non in grado di affrontare la vita senza di lui, senza la sua anima gemella. 
Subentra Pip, che la aiuterà nel suo piano per tenere qui il suo ragazzo.
Solo alla fine, negli ultimi capitoli, la storia prende un po' di vita, ti fa provare anche qualche flebile emozione. 
Sicuramente è la parte migliore del libro, tomo che avrei sfoltito almeno di una cinquantina di pagine perché, alla fine, non conta tanto la quantità ma la qualità.

martedì 20 settembre 2016

"Io vi chiedo il diritto di morire" di Vincent Humbert


Deve essere terribile non ricordarsi la voce del proprio figlio, la voce di qualcuno che si ama.

"Io vi chiedo il diritto di morire", il titolo già dice tutto.
Ci troviamo immersi in un libro pregno di sentimento, di rabbia, di ostinazione, di... voglia di morire. Ebbene sì, in queste quasi 200 pagine si fa sentire forte e chiara la voce, se di voce si può parlare, di Vincent.
Vincent è un ragazzo francese, trovatosi nel letto di un ospedale, prima in coma e poi costretto a vivere da vegetale. Il ragazzo, una volta molto dinamico, non accetta la sua situazione di "morto vivente" e così, tramite un lungo e laborioso sistema inizia a comunicare con la madre prima, e in seguito con altre persone che non credevano possibile tale "miglioramento".

Quando appartenevo al mondo dei vivi, alla morte non ci pensavo neanche. Mi dicevo solo che se per caso fossi finito su una sedia a rotelle, mi sarei sparato. Ignoravo che un giorno mi sarei trovato in una situazione ancora più atroce, incapace di uccidermi da solo e nella condizione di morto vivente.

Sostanzialmente il libro racconta la vita di Vincent, toccando un tema che in alcuni stati è (quasi) un tabù: l'eutanasia. Un tema scottante sul quale si ha avuto modo di parlare in alcuni casi dove la morte era l'unica cosa che si inseguiva, grazie a gambe altrui, perché chi chiede il diritto di morire sono quelle persone private ormai della loro dignità. Fino a dove ci si deve spingere per tenere in vita una persona?! D'accordo sul fatto che la vita sia una cosa preziosa, ne abbiamo una e una volta persa nessuno ce la restituisce indietro però forse c'è da fare distinzione tra vita e "vita", dove nel secondo caso, sopratutto se in giovane età, perdi ogni abilità fisica, perdi l'uso di gran parte del cervello (vista, udito, la parola, la deglutizione...). Con questo non voglio dire che appena una persona entra in coma si può tranquillamente staccare la spina ma vorrei lasciare uno spiraglio aperto, una porta socchiusa per tutti coloro che, come Vincent, lottano perché il loro diritto alla morte venga riconosciuto.

In nome della libertà di scelta,
In nome della dignità umana,
In nome della dignità della persona,
Diamo la precedenza alla volontà individuale.
Difendere l'eutanasia è difendere la vita.

Il libro è stato possibile grazie al paziente aiuto di Frédéric Veille.

"Durante quelle lunghe ore passate al suo fianco per scrivere questo libro, la sua mano sulla mia trasmetteva grandi momenti di gioia, d'amore e di dolore.
I momenti di gioia erano belli. Vincent sorrideva, io sorridevo.
I momenti d'amore erano intensi. Vincent piangeva dentro, io ero sull'orlo delle lacrime.
I momenti di dolore erano terribili. Vincent si contraeva per gli spasmi, io stavo male per lui."

lunedì 12 settembre 2016

Gli acquisti di oggi!!!

So che andando in uno dei due mercatini dell'usato in cui vado più spesso, trovo sempre qualche cosa da portare a casa. Sì, parlo di libri. Ne ho lasciati la altri due, non li ho presi perché voglio prima finire la carrellata di libri che ho sul mio scaffale in attesa ancora di essere letti. Intanto una sbirciatina per guardare se ci sono libri presenti sulla mia wishlist non fa mai male.
Ma veniamo a noi, ho comprato 5 libri per un totale di 7€


Questi sono gli acquisti tutti assieme che ora vi mostro in dettaglio, anche se alcune foto non sono poi così sensazionali.


"Sette anni nel Tibet" ho solo una vaga idea di cosa parli, ne lessi anni fa la trama e comunque preso perché voglio leggere tutto ciò che posso di esperienze di viaggi, sopratutto se, come in questo caso, si affrontano terre come il Tibet (meta in cui mi piacerebbe andare, un giorno).


"Vino, patate e mele rosse" di Joanne Harris, la stessa autrice di Chocolat.
Preso perché, avendo trovato molto carino "Chocolat" ero curiosa di leggere altro di suo, se poi si parla di cibo ancora meglio.


  

Questi due libri, "L'arte di ascoltare" e "Il mondo spirituale dell'Asia orientale", li ho presi a scatola chiusa, come un po' anche gli altri, del resto.
Volevo libri corti, essenziali, che trattassero temi di sociologia, psicologia e religione (sul Buddismo) quindi ho optato per questi due libricini che mi sono costati 2€ (un euro l'uno).



Ultimo, ma non ultimo, "Il pendolo di Foucault" di Eco.
Perché l'ho preso? Semplice: sto raccogliendo tutti i libri di alcune liste interessanti che ho trovato su un bellissimo libro che ho letto e di cui vi ho anche parlato qui.

Ed ora chiudo qui.
Aspetto sempre qualche vostro commento su qualche libro che vi è piaciuto particolarmente o su ciò che è presente nella vostra wishlist.

sabato 10 settembre 2016

"Black Beauty" di Anna Sewell



"Che orribile sensazione! Un pezzo di acciaio duro e freddo, grosso quanto un dito d'un uomo, cacciato a forza tra i denti e la lingua, con le estremità che fuoriescono ai due angoli della bocca fissate a strisce di cuoio che passano sopra la testa, girano sotto la gola, intorno al naso e sotto il mento, rendono assolutamente impossibile liberarsi di quell'attrezzo ripugnante!"

Emozionante!
Questo libro, che non avevo mai letto ma avevo nella wishlist da un po' di tempo, mi ha emozionata. Le parole delle Sewell ti travolgono come un vortice di sentimenti: rabbia, pena, compassione, gioia.. Prende vita così il romanzo di Black Beauty un cavallo che attraverso Anna ci racconta la sua storia, i suoi pensieri perché non è vero che gli animali sono esseri inferiori a noi e che non provano sentimenti. Ogni animale si affeziona, ci dimostra il suo affetto con modi suoi, a volte anche più di una persona. Non è la mancanza di parola che li rende meno intelligenti.

"Voglio solo dire che per un giovane cavallo nel pieno delle forze, abituato fin dalla più tenera età, ogni volta che ne sente il bisogno, ad alzare la testa, scrollare la coda e lanciarsi al galoppo negli spazi aperti di un grande campo o di una prateria sconfinata, è duro sentirsi improvvisamente privato della libertà di vivere secondo la propria natura."

"I cavalli troppo esuberanti, ai quali non viene concesso il necessario sfogo, vengono spesso definiti ombrosi. .... A volte, i cavalli con troppo temperamento vengono puniti dagli stallieri..."

Beauty nasce in una stalla, e nella sua giovinezza non conosce altro che padroni gentili, sempre pronti a fargli una carezza, o a dedicargli parole gentili, padroni che Beauty serve nel migliore dei modi, entrando quasi in simbiosi con loro, capendo subito cosa una persona si aspetta da lui.
Rimane incredulo di fronte ai racconti di Peperina, una delle sue compagne di scuderia che ha conosciuto la malvagità e la forza bruta dell'uomo.

"Perché gli uomini non fanno la stessa cosa ai loro figli? Perché non tagliano loro le orecchie per renderle più appuntite? .... Insensatezza per insensatezza non ci troverei nessuna differenza. Che diritto hanno di tormentare e sfigurare le creature di Dio?"

Il nostro amico ad un certo punto si vede costretto a cambiare casa e padroni, finendo dapprima nelle mani di amici della sua famiglia natia, incappando delle volte in pessime situazioni, scampando alla morte. Finirà i suoi giorni con gran sorpresa.
Non c'è molto altro da aggiungere, bisogna leggere il libro per poter "entrare" nella testa di Beauty e di tutti i suoi simili.

"E così, eccoci qui. Rovinati nel fiore della nostra forza, tu da un ubriacone, io da uno stupido"

giovedì 1 settembre 2016

"L'uomo che piantava gli alberi" di Jean Giono



E' un messaggio di riconciliazione dell'uomo con mdre natura, è un messaggio di rinascita della foresta e della vita là dove erano state incoscientemente annientate. [....] l'albero rappresenta .... l'espressione della vita, dell'equilibrio e della saggezza.

Questo libro è GIUSTO.
Questo libro fa riflettere.

Ci insegna a prenderci cura del luogo dove viviamo, e non intendo Verona, Milano, Parigi o New York, no, qualcosa di più grande, di immenso, con un valore che arriva alle stelle! La Terra, la nostra Terra, il suolo che ci ospita, che non ci chiede mai nulla in cambio ma che giornalmente sfruttiamo e priviamo della sua vita, della sua vitalità.
Tutti dovremmo prendere esempio da quel signore di mezza età, che vive sulle Alpi francesi, nella regione della Provenza, Jean ha la fortuna di incontrarlo sul suo cammino, di incrociarlo su un suolo arido, destinato a morire se non fosse per la dedizione di Elzéard che ha nel rimboscare quel suolo, quel pezzo di terra, privata o comunale, all'uomo solitario non interessa. Ogni sera si dedica a contare le ghiande che pianterà il giorno dopo, e le sceglie con meticolosa cura, quasi fossero figlie sue. 

Jean dapprima intervista l'uomo su quella che a lui sembra una mera perdita di tempo, lasciandosi poi vincere dal Elzéard che aiuterà nel suo intento, anche se brevemente. 
Ma questo non importa, non importa quanto uno si dedichi ad una cosa, l'importante è dedicarne una goccia del nostro tempo e che quella goccia risulti di qualità ottima.
Jean riprende il suo cammino, non si può fermare a lungo come ospite dell'uomo. Il viaggiatore non sa però che ritroverà Elzéard anche negli anni a venire, quando si spingerà fin lassù, in quei villaggi che anche lui faticherà a riconoscere.

Perché la personalità di un uomo riveli qualità veramente eccezionali, bisogna osservare la sua azione nel corso di lunghi anni. Se tale azione è priva di ogni egoismo,è una generosità senza pari, non ha mai ricercato alcuna ricompensa e ha lasciato tracce visibili, ci troviamo allora di fronte a una personalità indimenticabile.

Elzéard non ha lavorato per sé, si è dedicato alla Natura, sotto lo stupore di chi, ad un certo punto, si è ritrovato davanti quegli arbusti, quei tronchi esili che da lì a poco sarebbero diventati alti e robusti, Nell'incredulità della gente che crede sia solo frutto di un "miracolo divino", Elzéard lavora nascosto, nell'ombra, non vuole meriti, non vuole adulazioni, non lo fa per riceverne parole di gratitudine.
In queste poche righe sgorgano dall'uomo semplicità, dedizione, amore e altruismo, sentimenti che, in questa nostra società consumistica, fatichiamo a trovare.

Quando penso che un uomo, solo, ridotto alle proprie semplici risorse fisiche e morali, è bastato a far uscire dal deserto quel paese di Canaan, trovo che, malgrado tutto, la condizione umana sia ammirevole. Ma, se metto in conto quanto c'è voluto di costanza nella grandezza d'animo e d'accanimento nella generosità per ottenere questo risultato, l'anima mi si riempie d'un enorme rispetto per quel vecchio contadino senza cultura che ha saputo portare a buon fine un'opera degna di Dio

venerdì 26 agosto 2016

"Gli Sporcelli" di Roald Dahl

 


Gli Sporcelli, di Roald Dahl ci narra la storia della famiglia Sporcelli, appunto.
Gli sporcelli sono persone cattivi, maleducate, sporche e puzzolenti che si divertono a farti dispetti tra di loro e, in qualche modo, a maltrattare le altre creature che hanno attorno.
Marito e moglie si credono molto furbi ma le quattro scimmie che tengono in una gabbia in giardino sono assai molto più furbe di questi due maleodoranti individui.
Papà scimmia con l'aiuto del loro amico Rococò tenderà un brutto scherzetto ai due coniugi, sfinito dai soprusi del marito nei loro confronti.

Una storiella breve, per bambini certamente, ma Dahl ha un'abilità superlativa nel raccontare queste storielle che contengono una morale facilmente capibile da chi inizia a leggere o chi ascolta mamma o papà mentre gli leggono la storia.

martedì 23 agosto 2016

Insalata di fagioli

Approfittando di quest'ultimo caldo afoso, ho deciso di preparare per me e mio fratello due insalate di fagioli. Leggera, fresca, facile e veloce da preparare.

Io l'ho fatta con circa):
100 gr di fagioli cannellini
100 gr di fagioli bianchi di Spagna
100 gr di fagioli borlotti
2 carote medie
1/2 cipolla
qualche foglia di insalata
prezzemolo, olio extravergine di oliva e sale q.b.

Io ho usato legumi in scatola, stavolta, essendo stato un pranzo fatto in velocità.
Ho scolato e sciacquato bene i fagioli, lavato e sbucciato la carota che ho poi tagliato con una grattugia a trama spessa. Con una mandolina ho tagliato finemente la cipolla dopo averla sbucciata e tagliata a metà (per la sua lunghezza, per evitare il passaggio dopo). Ho aggiunto qualche fogliolina di insalata, il prezzemolo e condito a piacere.


sabato 20 agosto 2016

"Il diario segreto di Adrian Mole. Mitico adolescente incasinato di anni 13 e 3/4" di Sue Townsend



Questo è un diario, segreto, per l'appunto, di un ragazzino di 13 anni (sì, e 3/4). 
Adrian è un ragazzino paranoico, ipocondriaco, forse un tipico tredicenne, un po' indeciso sul suo futuro ma convinto di essere un intellettuale e che sogna di diventare uno scrittore. Continua ad inviare suo poesie alla BBC che puntualmente rifiutano, chissà per quale motivo...!!
Ha i tipici problemi degli adolescenti: l'amore, il sesso (e una ragazza che non vuole concedersi, chiamala stupida!), i brufoli....per i quali chiama il dottore che, anche qui chissà perché, gli risponde in malo modo perché gli fa perdere tempo per degli stupidissimi brufoli, normale processo della pelle per la sua età.
Addebita tutte le sue sconfitte alla temporanea separazione dei suoi, che non cerca minimamente di comprendere, è, anzi, poco grato al padre che lo ha in casa con lui.

Questo week-end con Nigel mi ha aperto gli occhi. Senza saperlo, negli ultimi quattordici anni ho vissuto in povertà. Ho dovuto accontentarmi di una casa fatiscente, di cibo inadeguato, di mance da fame. Se con il suo attuale salario mio padre non è in grado di assicurarmi un tenore di vita decente, che cominci a cercarsi un lavoro migliore.

Si troverà però a vivere uno stato ancora più povero, visto che presto il padre verrà licenziato.
Si trova addolorato anche per la separazione da Pandora, la sua fidanzata, che va in vacanza in Tunisia, ma non rinuncia a sentirla tutti i giorni facendosi addebitare la chiamata dalla Tunisia, mossa astuta vista la condizione economica in cui vive.

"Tesoro mio,
qui le condizioni economiche sono terribili. Volevo comprarti un regalo ma invece ho dato tutti i miei soldi ad un accattone. Hai il cuore generoso tu, Adrian, e sono sicura che capirai. 
Tutto il mio amore per l'eternità.
Per sempre tua
Pandora"
Ma che bella idea dare i soldi del mio regalo a uno schifoso lavativo!

Pandora, l'amica del mendicante, torna a casa domani

Le cose di certo non migliorano con il passare dei giorni, solo un sacco di lamentele.


A me non è piaciuto, forse perché è fatto per un range inferiore (molto più inferiore) rispetto al mio, magari ragazzi con un'età più simile a quella di Adrian lo apprezzeranno di più.
Detto ciò, perché ho letto il libro?
Perché è sulla lista dei libri da leggere della BBC
Io mi chiedo che cosa ci sia nella testa degli inglesi, ci sono tantissimi libri per ragazzi al mondo, molto meglio di questo, ma lo hanno fatto finire per quale strano motivo non si sa, nella lista dei libri da leggere e, la sottoscritta, certamente non si può tirare indietro... Ai ai!

domenica 14 agosto 2016

"Artemis Fowl" di Eoin Colfer



Artemis è un ragazzino di dodici anni, fa parte di una delle più potenti e ricche famiglie legate alla malavita e all'illegalità.
In questo primo libro troviamo il ragazzo, seguito sempre dal suo fedele Leale, proveniente da una famiglia che è sempre stata al servizio della famiglia Fowl, per la quale deve seguire un'intensa preparazione, intenzionato a rimpinguare le casse di famiglia grazie all'oro che possiede il Popolo, 
Il Popolo altri non sono che gnomi, fate, troll, goblin... creature fantastiche che sono stati costretti ad emigrare sottoterra per colpa dei Fangosi. Si dice che ogni creatura del Popolo possegga una pentola d'oro ed è proprio a queste che sta puntando Artemis.
Per raggiungere il suo scopo rapirà il capitano Tappo, salita in missione sulla terra per fermare un Troll che si trovava ad attaccare una città della Puglia. 

- Grazie per la fiducia.
- La fiducia è degli ignoranti. Se ti senti audace, è perché non ne sai abbastanza.

Per depistare il comandante, andato in cerca lui stesso del suo capitano, Artemis sceglie una baleniera, per riporre il ricettatore che trova al polso di Spinella,

Planò verso gli spara-arpioni. Strumenti orribili. Sui ponti sporchi di sangue aleggiava un odore di morte e sofferenza. Molte nobili creature erano morte là sopra... morte e sezionate per un po' di sapine e di olio.

Si innesca una battaglia che viene combattuta con magia e ultima tecnologia, dove gli abitanti del Popolo potrebbero avere la meglio su quel ragazzino troppo sicuro di sé...se non fosse per il cuore forse troppo buono del capitano Tappo che farà vincere ognuno a metà.
Artemis ci lascia con una promessa: continuerà a cercare di arricchirsi ma non si metterà mai più contro il Popolo fantastico.

Devo dire che all'inizio il libro non mi piaceva, l'arroganza di Fowl mi urtava i nervi, poi entrando in gioco il Popolo la storia si è fatta più avvincente. Il sergente Tappo dimostrerà un gran cuore, da buona samaritana, che non condivido appieno, e Leale mostra anche lui, nonostante la sua stazza enorme, un briciolo di pietà nei confronti di chi gli salverà la vita. 

mercoledì 10 agosto 2016

"Io e te" di Niccolò Ammaniti



Questo è il primo libro di Ammaniti che leggo in vita mia.
Lorenzo, il protagonista, è un ragazzo adolescente che decide di passare la sua settimana bianca...nascosto in cantina, all'insaputa di tutti.
Lo fa per sfuggire ai genitori, alla gente, alla sua vita di tutti i giorni, desideroso di immergersi nella musica e nei videogiochi. Si gestisce alla meglio, cibo e bibite, trova un divano che adibirà a letto, il bagno c'è. Non può volere altro.
Finché nella sua vita piomba una ragazza, una sconosciuta. Scoprirà poi essere sua sorella alla ricerca di soldi. Finirà però a vivere gli ultimi giorni con lui con cui subito avrà un legame intriso d'odio facendosi via via più tenero.


Una storia, in effetti, ce l'avevo. Me l'ero inventata una mattina a scuola. Ma le mie storie le tenevo per me, perché se le raccontavo si sciupavano subito come i fiori di campo tagliati e non mi piacevano più.


Un racconto breve in cui comunque Ammaniti mi è piaciuto. Leggero, nonostante i temi trattati, emozionante alla fine, quasi da far venire la pelle d'oca.

Lettura consigliata!

domenica 7 agosto 2016

"La mamma tatuata" di Jacqueline Wilson



Prima di scrivere di questo libro ho provato a fare una breve ricerca sulla vita della Wilson per spiare se ha avuto problemi con sua madre o qualche problema di adozione ma...il web non riesce ad esaurire la mia curiosità. 

Ebbene, come potrete notare dalla premessa anche in questo libro la mamma delle due ragazze non sta bene. 
Il romanzo è diviso in capitoli che vengono associati, in un modo o nell'altro, a tutti i tatuaggi che ha questa mamma stravagante, raggiante, una mamma un po' "speciale", con bei capelli rossi, occhi di smeraldo e una pelle bianca piena di disegni indelebili. Disegni che realizza lei. Ognuno dei quali rappresenta un episodio importante della sua vita.
Avanti nelle pagine si scopre che Dalia (non viene quasi mai utilizzata la parola "mamma") ha una malattia mentale, che la porta ad avere umore altalenante.
Ha due figlie: Stella, non contenta di questa mamma pitturata e non conforme alle regole, che racconta essere nata dal suo grande, grandissimo amore vissuto con Micky, un nome che si porta tatuato vicino al cuore. Questa ragazza bella, bionda con gli occhi azzurri verdi.
E poi c'è Delfina (nonché voce narrante) che è la figlia nata senza un padre, infatti Dalia da pochissime notizie su questo uomo, un uomo che non ha significato nulla per lei, una questione di una notte. Delfina si vede bruttina, vive all'ombra della sorella e cerca di guadagnarsi in tutte le maniere l'amore di sua madre che a lei sembra voglia più bene alla primogenita perché frutto del suo grandissimo amore.
La storia però, in un susseguirsi di vita quotidiana, ci pone davanti una storia totalmente diversa da quella raccontata da Dalia alle figlie. Una vita dipinta così dalla sua mente, probabilmente. La vita che avrebbe voluto con l'uomo che desiderava.

Ho letto questo libro estrapolandolo sempre dalla lista della BBC.

Probabilmente è un buon metodo per avvicinare gli adolescenti ad argomenti del genere come le malattie mentali, o, come succede negli altri suoi libri il divorzio.
Troviamo una mamma che è davvero fuori dal "normale", che non bada molto alle figlie e in alcuni casi urta veramente i nervi, si sforza di risultare simpatica a Stella, che sembra quasi la sua preferita, effettivamente, mentre non ha bisogno di tante energie per essere amata dalla più piccola.

Lui era intento a togliere gli aghi usati dalla barretta e a riporre tutti gli attrezzi nello sterilizzatore.
"Non dimenticare quello" disse, indicando il mio biglietto di auguri.
"Non ne ho più bisogno. Ormai è indelebile" rispose Dalia, buttandolo nel cestino.
"Ma dietro c'è il tuo biglietto di auguri" le ricordò Steve.
"Ops!" esclama Dalia, recuperando la carta "scusami Del".
"Non importa" mormorai.


Stella, la primogenita, negli anni in cui ha dovuto fare da madre alla stessa sua madre e a sua sorella ha innalzato una corazza, è una bambina cresciuta troppo in fretta. Ci si presenta davanti una ragazzina acida che poi alla fine tanto scorbutica non è.
Anche Delfina, ancora più piccola, a volte si ritrova a fare da mamma, la mamma quella buona perché non può arrabbiarsi con la madre e far si di rendere vani i suoi sforzi per farsi amare come l'altra figlia.
Arriverà però Micky a mettere in ordine questo vero casino di inversione dei ruoli che risulta davvero difficile da mandar giù.

giovedì 4 agosto 2016

"Profezia" di Sandro Veronesi


Va bene che sono solo 60 pagine però un punto, UNO, lo potevi anche mettere, caro Sandro!!
Ci troviamo davanti ad una voce narrante che sembra quasi essere una divinità e fa questa sorta di "profezia" appunto, ad Alessandro.

Il ragazzo appena uscito dalla morte della madre, morta di tumore, viene dirottato da questa voce sulla via per affrontare la futura morte di suo padre, che morirà anche lui di tumore. 
Alessandro si trova ad affrontare la lunga malattia del padre, e ostacoli che sembrano insormontabili solo per assecondare il volere del padre: morire a casa!


Questa malattia porta dolori acuti al padre che, ad un certo punto, si ritrova anche a perdere la testa e i momenti di lucidità sono sempre meno.
Finché figlio e medico facilitano l'andare "via", il via che si ritrova a desiderare il padre negli ultimi giorni della sua vita.


"figliolo, io guardo questi programmi di merda per illudermi che la vita sia davvero così misera; che essa non sia amore, e bellezza, e ingegno, e sfide, e conquiste, e natura, e mare e vento e barche a vela, ma una squallida faccenda di rancori, pettegolezzi, paura e puzza di chiuso, come la riducono qua. Così, capisci, mi viene naturale lasciarla"

domenica 31 luglio 2016

Plumcake vegano farcito, con semi di papavero

Non sarà proprio il momento giusto per accendere il forno e cuocerci dentro una torta ma... La voglia è voglia!!!

Ingredienti:
100 gr di farina
100 gr di maizena
100 gr di zucchero di canna
2 cucchiai di olio di semi (quello che preferite)
Latte di soia q.b.
1 Bustina di lievito
Una manciata, scarsa o abbondante secondo i vostri gusti, di semi di papavero
Crema pasticcera, per farcire

Setacciate la farina e poi la maizena in una ciotola e aggiungere lo zucchero di canna.
Unire agli ingredienti secchi l'olio e poi il latte di soia.
Aggiungere il lievito e sbattete con una frusta elettrica per far "gonfiare" l'impasto, anche se quest'ultimo di certo non si gonfierà.
In ultima aggiungete i semi di papavero.
Passare uno stampo da plumcake con margarina e farina e versateci dentro quasi tutto l'impasto, versate quindi la crema pasticcera, precedentemente preparata (deve risultare un po' più densa del solito), sopra l'impasto e ricoprite con l'impasto della torta rimasto.
Infornate a 170° (forno preriscaldato) per circa 30 minuti.

Il punto: La crema pasticcera tenderà a sprofondare ma questo non è un problema. Per gustarlo al meglio, quando sarà tiepido, mettetelo a raffreddarsi in frigo così che anche la crema pasticcera diventerà più compatta.

mercoledì 27 luglio 2016

"Lola Rose" di Jacqueline Wilson

Un altro libro che va ad aggiungere un tassello sul completamente della lista dei libri da leggere secondo la BBC (e ne verranno degli altri...)


Non è il primo, e non sarà nemmeno l'ultimo, libro che leggo e leggerò della Wilson, i britannici sono davvero fissati con questa autrice, non capisco il perché. Un pensiero navigava nella mia testa: non è che l'autrice abbia avuto problemi con la madre?! Sì perché nel precedente libro la madre era morta, in questo la madre dei due piccoli protagonisti si ammala di tumore.. Insomma, ci sarà qualcosa sotto?  Ma bando alle ciance e alle supposizioni, parliamo del libro.

Protagonista è una famiglia e ancora di più lo è Jayni alias Lola Rose la voce narrante della storia.
Lola Rosa, di cui non viene mai detta l'età ma si intuisce che ha circa dieci anni, forse meno che più, è una delle due figlie di Nikki e Jay, Jay è un padre violento, che beve e picchia la moglie, finché una sera inizia ad alzare le mani anche su Jayni e così, nel cuore della notte Mamma decide di fuggire da casa con i due figli Kenny (che sarà poi Kendall) e Jayni, Lola Rose, fattasi forza anche per la vincita alla lotteria di qualche giorno prima.

Fuggono a Londra, dove Nikky cerca di ricostruirsi una vita, cercando un posto dove stare, e spendendo e spandendo i soldi della lotteria, soldi che prima o poi si accorgerà che non sono eterni.
Si decide allora a sistemare la famiglia: una nuova identità, una nuova scuola, una casa popolare, un fidanzato e un nuovo lavoro.
La fortuna però, prima o poi gira, non è eterna. Lady Luck scopre di essere forse malata ma non lo vuole ammettere nè davanti a se stessa né davanti ai suoi figli ma è proprio per questi ultimi che decide di affrontare l'ospedale e la sua sentenza. 

Arriverà però un "angelo" a salvare questa situazione ormai degenerata che riuscirà a far tornare il sorriso sulla bocca di questa nuova famiglia e darà nuove speranze a tutti e tre.

sabato 23 luglio 2016

"Girls in love" di Jacqueline Wilson



Ci troviamo di fronte ad uno dei libri presenti nella lista della BBC dei 200 libri da leggere prima di morire, trasformato anche in film.
Ellie è la protagonista, ha due amiche per la pelle: Magda, vista bellissima e considerata la più bella del gruppo, a volte un po', come la definisce Ellie, stronza. Nadine invece è la dark del gruppo, forse un po' cupa, sempre vestita di nero.
Insieme affrontano l'adolescenza (hanno tredici anni), la crescita, una scuola nuova, la fine delle chiacchiere d'infanzia.
Si  trovano ad affrontare anche un loro grande problema: i ragazzi, ancora un po' immaturi a quest'età, dei provocatori ma loro sognano un ragazzo più grande, il bel ragazzo dei loro sogni ma si troveranno presto a fare i conti con la realtà e capiranno dove sta la differenza.

giovedì 21 luglio 2016

Due nuovi arrivi, più uno!



Non sono acquisti recentissimi, non sono nemmeno del tutto acquisti, ma valgono la pena di una nota!

Iniziamo dal segnalibro, regalatomi dalla mia vicina di casa, una di queste sere mi ha suonato alla porta per darmi questo, vista la mia convalescenza e il mio immergermi nella lettura di più libri contemporaneamente, andavo alla ricerca di vari ed eventuali segnalibri e PUFF uno è comparso.

Chi, come me, è una fan del mitico Hayao Miyazaki non avrà problemi a riconoscere la perla del libro di sinistra. Scritto da Diana Wynne Jones "Il castello errante di Howl" è stato animato da regista giapponese. 
E' l'inizio di una sequenza di tre romanzi che sto cercando, ma alcuni libri di Diana sono ormai fuori catalogo, questo l'ho trovato da Libraccio, a metà prezzo, grazie ad una catastrofica botta di c**o!!!

L'altro, di cui avevo visto il film parecchio tempo fa, è: "La straordinaria invenzione di Hugo Cabret" di Brian Selznick. Prometto vi aggiungerò delle foto, di questo libro che si è rivelato per metà una stupenda graphic novel!! Ed è anche gigantesco, per via di numero di pagine.
L'ho scambiato, anzi "preso", su Bookmooch, credo sempre per una grandissima...fortuna, visto le innumerevoli persone che lo tenevano, e lo tengono, nella loro wishlist.

E, a proposito di wishlist, cosa c'è nella vostra?

mercoledì 20 luglio 2016

"Sotto la luna" di Carlo Lucarelli



Siamo in Africa, precisamente è in atto la Guerra dell'Abissinia.
Il tenente, nonché voce narrante, richiede di combattere attivamente la guerra, quella vera e non quella delle teorie d'accademia. Vuole combattere accanto a quell'ufficiale che gli indigeni chiamano Seitan!. Il Diavolo. Scongiuri sulla bocca di tutti al solo parlarne. Il tenente vuole scoprire il mistero che si cela sotto le sue spedizioni: ogni volta che parte torna solo con i suoi più fedeli ascari, nessun altro del commilitone, ogni volta nuovo, è mai tornato.
Finché quando riesce nel suo intento scopre, sotto la luna, nelle notti nere come la pece il "terribile" segreto che cela l'ufficiale...
Breve e conciso, senza troppi passaggi in più, andando dritto al succo della trama.

venerdì 15 luglio 2016

"L'isola in fondo al mare" di Margaret Mitchell

Dopo un periodo di assenza dovuta alla salute, meglio ad un ricovero ospedaliero e alla conseguente rimessa in piedi, torno parlandovi di un libro. Sì, perché in questi giorni dove non posso fare molto se non riposarmi, sto leggendo davvero tantissimo.

Abbiamo tra le mani una seconda opera scritta da colei che ha pubblicato il conosciutissimo romanzo "Via col vento", scomparsa prematuramente, a causa di un incidente, lascia questo manoscritto che viene poi pubblicato grazie alla collaborazione di Debra J. Freer, storica e ricercatrice e varie altre associazioni e museo.



E' un brevissimo libro, un racconto di una sessantina di pagine, una storia nella storia.

I protagonisti sono due: Charley che non è altro che la voce narrante e Bill Duncan che a sua volta narra la storia, la sua vicenda, ovvero il libro di per se. 
Siamo in Asia, in un'isola del sud del Pacifico.
Bill racconta la sua avventura sul Caliban. Questo il nome dell'imbarcazione dove lavora come secondo, trasportando passeggeri e merce nelle isole Tonga.

Sale a bordo, un giorno, la signorina Courtenay Ross, che parte come missionaria inseguita da un giovane innamorato di lei e che la vorrebbe come sposa. Courtenay, una ragazza minuta ed esile, fa breccia nel cuore del grande e muscolo Bill. 

L'unica cosa al mondo che volevo era...lei. La desideravo come un uomo che sta morendo di sete desidera l'acqua. Il mio desiderio era come una  grande fame di lei... per questo la volevo tanto.

Una volta arrivata sull'isola da lei prescelta per la missione, lascia il Caliban e Duncan è destinato a vederla poco e ad intermittenza, solo quando il lavoro lo porta a quell'isola, una tra le più pericoloso per una ragazza.
Passa giorni letteralmente di fuoco imbattendosi in una tempesta di acqua e lava proveniente da un vulcano che lascia sconcertato anche il capitano. 
Quando sembra che il peggio sia passato, ritornano all'isola che dava alloggio momentaneo a miss Ross ma è proprio qui che il peggio ha inizio.

Poche pagine dove però traspare il sentimento davvero forte di Duncan per la signorina Ross, le parole, le righe strabordano di amore, Amore quello vero, con la A maiuscola.

Mentre il crepuscolo si trasformava in notte, anche la barca s'inabissava più in fretta, e con essa s'inabissava il mio cuore, le mie speranze, la mia vita.


giovedì 30 giugno 2016

"Andrea e Lu e la zuppa di pesce stellare" di Emanuela Nava



Chi non vorrebbe passare il ricovero ospedaliera con Lu?
Andrea e Lu sono in un ospedale per bambini, il primo ricoverato per un malore, la seconda è stata operata.
Andrea scalpita per uscire dall'ospedale per raggiungere l'Angelo e il Diavolo, due artisti di strada, che sovente si appostano sotto la sua finestra per chiamarlo e il Diavolo non smette di ribadire al piccolo che è stanco di aspettarlo,
Fortunatamente al fianco del ragazzo c'è Lu, bambina africana che racconta le storie del suo paese e che con i petali delle rose, che puntualmente le infermiere mettono nei vasi, crea profumi e colori in grado di compiere incantesimi e meraviglie.

venerdì 24 giugno 2016

"L'amica geniale. Storia del nuovo cognome" di Elena Ferrante



Ritroviamo Lenuccia e Lila e tutti gli altri protagonisti narrati dalla Ferrante.
Torniamo col matrimonio di Lila e Stefano Carracci, proprietario di una redditizia salumeria che permetterà a Lila una vita agiata, come lei stessa sognava da piccola. Ogni cosa, però, ha un prezzo, infatti dopo il matrimonio Stefano si toglie la "maschera" e la giovanissima moglie scopre il lato violento ed instabile di lui, fino a far regredire la moglie dal suo percorso di emancipazione che aveva intrapreso Lila. 
Elana invece, lasciatasi con Antonio che parte per fare il militare, "scappa" dal rione per trasferirsi in Toscana dove studierà ed imparerà a vivere da sola. L'estate la riporterà a casa, nel rione, posto che non sente più suo e accompagnerà Lila in una vacanza ad Ischia per curare quest'ultima dalla sua "non voglia" di rimanere incinta. 
Quella vacanza porterà nuova luce negli occhi di Lila: le due amiche incontreranno casualmente Nino Sarratore, ragazzo di cui Elena è innamorata. Lila a sua volta, giorno dopo giorno, si innamora del ragazzo e...si scopre incinta. 
A questa vicenda fanno da contorno tutti gli altri personaggi del rione.
Il rapporto tra Lila ed Elena vacilla ma è più saldo che mai, continua ad esserci un rapporto di amore ed odio, stavolta amplificato ma continuano ad essere indispensabili l'una per l'altra. 
In questo secondo capitolo ci lasciamo con Elena che va ad una serata d'autore e, tra la folla, interviene lui....

mercoledì 15 giugno 2016

"Il mare non chiude mai" di Amaltea




Questo breve libro ci racconta la vicenda di una donna che, dopo aver tentato svariate volte di rimanere incinta, decide, assieme a suo marito, di inoltrarsi nell'iter burocratico quasi infinito dell'adozione.

"Per raccontare questo personaggio, ho deciso di prendere a prestito il nome di una capra: Amaltea, una madre animale più madre di tante madri umane.
A differenza della pecora, la capra non è completamente stolida, ma neanche troppo intelligente. Cioè, è di un'intelligenza media: se la cava bene a saltare da una rupe all'altra, osserva sempre un po' dall'alto, cosa che pià far apparire presuntuosa. Ma alla fine è una creatura altruista.
C'è da dire che Amaltea era una supercapra: allattò Zeus sul monte Ida, in quel di Creta, Saturno, il padre, lo avrebbe mangiato se non se ne fosse presa cura lei, amandolo come un vero capretto."


Sono pagine di vita reale, di una normalissima famiglia che decide di intraprendere questa strada, a volte davvero dura, anche perché la prospettiva è quella di una vita controllata anche dopo l'arrivo del o dei bimbi, il che di per se non è una cosa sbagliata ma se si pensa che si deve vivere sotto esame finché chi ti giunge dentro casa non ha raggiunto la maggiore età.
Le cose non sono semplici, prima c'è la lunga teoria, carte da fare e mille corse e altrettante code in vari sportelli dove ti trovi davanti qualche segretaria che la fotocopia te la fa anche se l'ufficio lo vieta, ma ti accorgi che è solo l'eccezione. La maggiore va per le dipendenti che metaforicamente ti chiudono lo sportello in faccia, cosa che poi, in un certo senso, succede davvero.

"Tutto, nella procedura della fecondazione assistita, porta a concepire l'esperienza come una cosa ad ostacoli. E alla fine, irrimediabilmente, sei vincente o perdente: di fronte ai medici, alla famiglia, agli amici  che ti seguono con affetto, alle persone che sanno. Ma sopratutto di fronte a te stessa."

Trapelano le emozioni di una madre adottiva che si sente sempre sotto esame, che è invasa dalla paura di sbagliare e a volte teme il confronto pur di essere consapevole che questo confronto presto o tardi ci sarà.

Amaltea, nome di fantasia (per tutelare se stessa e la sua famiglia, ovviamente) propone un romanzo fresco e leggere nonostante il tema affrontato, e gentilmente offre, nelle ultime pagine, una "guida" per chi intende intraprendere la strada dell'adozione.

"A partire dal momento in cui adottiamo, l'abbandono diventa una questione che ci riguarda. E allora  la manina sudata di Vladi prima di andare a dormire, quando chiede se sono proprio sicura che i mostri esistono solo nelle fiabe, è la nostra mano che suda.
Anna che si smarrisce dicendomi tra le lacrime: <<Mamma, non so perché non riesco a smettere>>. Sono io che non riesco a smettere.

Sofia che sente un rumore nell'altra stanza e si riscuote dal sonno come se avesse percepito il terremoto, sono io che mi alzo e corro a vedere cosa  c'è."

domenica 5 giugno 2016

I doni - Angiolo Silvio Novaro

Primavera vien danzando
vien danzando alla tua porta.
Sai tu dirmi che ti porta?

- Ghirlandette di farfalle,
campanelle di vilucci,
quali azzurre, quali gialle
e poi rose, a fasci e a mucchi.

E l'estate vien cantando
vien cantando alla tua porta,
sai tu dirmi che ti porta?

- Un cestel di bionde pesche
vellutate, appena tocche;
e ciliege lustre e fresche
ben divise a mazzi e a ciocche.

Vien l'autunno sospirando
sospirando alla tua porta,
sai tu dirmi che ti porta?

- Qualche bocca porporina,
nidi vuoti, rame spoglie,
e tre gocciole di brina,
e un pungel di morte foglie.

E l'nverno vien tremando,
vien tremando alla tua porta,
sai tu dirmi che ti porta?

- Un fastel d'aridi ciocchi,
un fringuello irrigidito;
e poe neve, neve a fiocchi,
e ghiacciuoli grossi un dito.

mercoledì 1 giugno 2016

L'ultima ora di Venezia - Arnaldo Fusinato

E' fosco l'aere, il cielo è muto,
ed io sul tacito veron seduto,
in solitaria malinconia
ti guardo e lagrimo,
Venezia mia!

Fra i rotti nugoli dell'occidente
il raggio perdesi del sol morente,
e mesto sibila per l'aria bruna
l'ultimo gemito della laguna.

Passa una gondola della città.
"Ehi, dalla gondola, qual novità?"
"Il morbo infuria, il pan ci manca,
sul ponte sventola bandiera bianca!"

No, no, non splendere su tanti guai,
sole d'Italia, non splendere mai;
e sulla veneta spenta fortuna
si eterni il gemito della laguna.
Venezia! l'ultima ora è venuta,
illustre martire, tu sei perduta...
Il mordo infuria, il pan ti manca,
sul ponte sventola bandiera bianca!

Ma non le ignivome palle roventi,
ne' i mille fulmini su te stridenti,
troncato ai liberi tuoi dì lo steame...
Viva Venezia!
Muore di fame!

Sulle tue pagine scolpisci, o Storia,
l'altrui nequizie e la sua gloria,
e grida ai posteri tre volte infame
chi vuol Venezia morta di fame!
Viva Venezia!
L'ira nemica la sua riuscita
virtude antica;

ma il morbo infuria, ma il pan le manca...
sul ponte sventola bandiera bianca!

Ed ora infrangasi qui sulla pietra,
finché è ancor libera,
questa mia cetra.
A te, Venezia,
l'ultimo canto,
l'ultimo bacio,
l'ultimo pianto!

Ramingo ed esule in suol straniero,
vivrai, Venezia, nel mio pensiero;
vivrai nel tempio qui del mio cuore,
come l'immagine del primo amore.

Ma il vento sibila,
ma l'onda è scura,
ma tutta in tenebre
è la natura:
le corde stridono,
la voce manca...

Sul ponte sventola
bandiera bianca!

"Arrivano i NAM" dii Piero Colaprico


Breve storia di guerriglia, scontri, pareggiamento di conti.
Le lotte avvengono tra ceti diversi, fronti politici opposti o etnie.
Un gruppo di giovani nonni che si sentono un po' come Robin Hood ma a differenza di quest'ultimo loro non rubano denaro ai ricchi per darlo ai poveri, bensì usano la giustizia "fai da te" quand'essa viene a mancare istituzionalmente, negli screzi giornalieri ma anche in ingiustizie ben più grandi.
I conti però vengono pareggiati solo quando il problema tocca uno del gruppo, giusto per sentirsi un po' più in pace con la coscienza.

Colaprico usa una linguaggio semplice e, un po' come tutti gli "Inediti d'autore", si legge facilmente tutto in meno di un'ora.
Il tema sono le guerriglie di strada, gli stessi protagonisti ricordano quando la guerra se la facevano tra compagni e camerate ma ora che sono cresciuti i problemi sono ben altri, e complice una giustizia assente, è tempo di mettere da parte la politica ed agire tutti assieme apoliticamente, apartiticamente, contro i problemi che vedono protagonista una Milano di decine di anni fa.

sabato 28 maggio 2016

San Martino - Giosuè Carducci

La nebbia a gl'irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;

ma per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor de i vini
l'anime a rallegrar.

Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
sull'uscio a rimirar

tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
com'esuli pensieri,
nel vespero migrar.

martedì 24 maggio 2016

A Zacinto - Ugo Foscolo

Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell'onde
del greco mar da cui vergine nacque.

Venere, e fea quelle isole feconde
col suo primo sorriso, onde non tacque
le tue limpide nubi e le tue fronde
l'inclito verso di colui che l'acque

cantò fatali, ed il diverso esiglio
per cui bello di fama e si sventura
baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.

Tu non altro che il canto avrai del figlio,
o materna mia terra; a noi prescrisse
il fato illacrimata sepoltura.

sabato 21 maggio 2016

"La lince" di Silvia Avallone




Queste 62 pagine provano che il karma non esiste.
Piero, il nostro protagonista, rapina, picchia e tratta la povera moglie, che per altro tradisce, come una pezza da piedi.
Incontra Andrea, in un Autogrill una notte in cui commette una delle sue tante rapine. Un bel giovane, dai lineamenti femminili, biondo e dagli occhi glaciali.
Decide di "prendersi cura" del giovane facendogli continui regali (con i soldi delle refurtive) forse per sentirsi accettato dal giovane.
Potremmo dire di intravedere il karma solo quando Andrea lo "elimina" dalla sua vita dopo aver infranto la richiesta più assoluta ed importa che il giovane gli fa.

Scritto molto bene, scorrevole branetto che si legge in 40/45 minuti. Per me sconosciuta la Avallone (autrici del più famoso "Acciaio"), trovo in questa storia un po' di banalità ed ingiustizia, non c'è equilibrio e nessuno si prende una rivincita su Piero, l'odioso uomo che vive di espedienti.
Forse rispecchia proprio l'attualità in Italia.

mercoledì 18 maggio 2016

"L'amica geniale" frasi

"Il suo proposito è stato sempre un altro: voleva volatilizzarsi; voleva disperdere ogni sua cellula; di lei non si doveva trovare più niente."

"A nessuno veniva in mente che Donato si prodigasse a quel modo per alleviare le fatiche della moglie. No: tutti i maschi delle palazzine, mio padre in testa, lo consideravano un uomo a cui piace fare la femmina, tanto più che scriveva poesie e le leggeva volentieri a chiunque."
Qui troviamo come la mentalità di una volta era chiusa e scindeva le due categorie: robe da maschi e robe da femmine: il limite è invalicabile.

"Passò poco e Rino, il fratello adorato di Lila, arrivò sotto scuola e diede molte mazzate a Enzo, che si difese appena. Rino era più grande, più grosso e più motivato. Non solo: Enzo non disse niente delle botte ricevute né ai suoi fratelli né ai cugini, che lavoravano tutti in campagna e vendevano frutta e verdura con la carretta. A quel punto, grazie a lui, finirono le vendette."
La "legge" del rione prevedere la regola del "dente per dente" fratelli più grandi, o parenti prossimi che fossero adolescenti, andavano a vendicare il torto fatto alla sorella minore. In questo caso Enzo pone fine a tutte queste vendette coraggiosamente, mettendo da parte l'orgoglio per qualcosa di più importante: la fine delle diatribe.

Quando Elena rifiuta un passaggio in auto dai fratelli Solara, i più ricchi del Rione, quelli che "dettano legge"
"Dissi no perché se mio padre fosse venuto a sapere che ero salita su quell'automobile [.....] mi avrebbe uccisa di mazzate subito, mentre in parallelo i miei due fratellini, Peppe e Gianni, sebbene piccoli di età, si sarebbero sentiti obbligati a cercare di ammazza i fratelli Solara. Non c'erano regole scritte, si sapeva che era così e basta"

"Glielo dissi sulla porta del negozio, quando anzi ero già in strada. Le raccontai che era stata la maestra Olivierro a imporlo ai miei genitori, promettendo di procurarmi lei stessa .. i libri usati. Lo feci perché volevo che si rendesse conto che ero più unica che rara e che, se pure fosse diventata ricca fabbricando scarpe insieme a Rino, non avrebbe potuto fare a meno mai di me come io non potevo fare a meno di lei."
C'è una sorta di dipendenza di Elena nei confronti di Lila, la prima non riesce a stare senza la seconda tanto che si trova quasi moralmente autocostretta ad essere brava, ad eccellere in qualcosa in cui l'amica non è così brava, per un senso di accettazione, come fosse una qualità a cui Lila non può rinunciare.

"Di sicuro stava accadendo, con quel giro in macchina, qualcosa di rilevante, eppure Lila non aveva saputo o voluto fornirmi gli elementi necessari per capire. [...] Lei era così, rompeva equilibri solo per vedere in quale altro modo poteva ricomporli."

"-No, voglio bene a un altro.
- Chi è?

- Stefano
- Lo sapevo già, ma non ci potevo credere.
- Ci devi credere, è così.
- Ammazzerò te e lui
- Con me ci puoi provare subito.
Marcello si staccò dal lampione, di furia, ma con una specie di rantolo si morse a sangue la destra chiusa a pugno.
- Ti voglio troppo bene e non lo posso fare
- Allora fallo fare a tuo fratello, a tuo padre, a qualche amico vostro, può essere che loro sono capaci. Però chiarisci a tutti che dovete ammazzare prima me. Perché se toccate altro mentre sono viva, sono io che vi ammazzo, e lo sai che lo faccio, comincio da te.