martedì 4 marzo 2014

La mia scelta veg* 2.0 non sono una pelliccia

Il secondo passo mio è stato rinunciare (e senza tanti sforzi) ad indossare animali morti, in primis le pellicce che comunque non sono mai entrate nel mio guardaroba nè sottoforma di vera e propria pelliccia nè in inserti
di polsini o cappucci di giacche o maglie. Oramai abbiamo talmente tanti materiali con cui vestirci: cotone,
paid, tessuto acrilico che mi chiedo per quale motivo si debba torturare animali coscienti fino all'ultimo istante. L'industria della lana e della pelliccia credo siano tra le più barbare poiché gli animali vengono tosati, i primi, con modi molto rudi che spesso e volentieri provocano ferite e infezioni di conseguenza; i secondi vengono folgorati da una scarica elettica (fatta passare in due cavi uno inserito in bocca l'altro nell'ano del povero malcapitato), in modo da non sciupare la pelliccia che qualche "persona" prima di anche solo un briciolo di cuore, poi indosserà. Perché un animale deve pagare con la propria vita la sete
di "bellezza" di certa "gente" disumana? Evitiamo anche le piume d'oca, nonché i piumini, seta, e sì: lana, pellicce e inserti di pelliccia/pelo. Qualsiasi altro indumento/tessuto che provenga da pellicce/pelli o altro di origine animale. Un piccolo sforzo che si può fare, per non far pagare sempre i più deboli ed indifesi.

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