lunedì 9 gennaio 2017

"Ho sposato una vegana. Una storia vera, purtroppo" di Fausto Brizzi


Lui un regista cinematografico, lei un'attrice.
Lui divoratore di carne incallito, lei vegana.
Fausto conosce Claudia alla festa di alcuni amici, in modo frettoloso ma durato il giusto per chiederle di uscire per una cena. Controvoglia la ragazza accetta.
All'appuntamento però succede qualcosa di imbarazzante: per fare bella figura Fausto porta la ragazza dei suoi sogni nel regno della carne, delle grigliate e degli insaccati, ignorando il fatto che lei è...VEGANA!!
Dopo questo inizio non proprio così floreo il nostro regista perde ogni tipo di speranza, ma nonostante ciò inizia a martellare Claudia per un secondo appuntamento.
Non con pochi problemi l'attrice accetta, con grande stupore di lui, e decide così di farla venire a casa sua (tratta con "inganno") e di cimentarsi in un menù totalmente vegano per colpire la donna. O quanto meno per scusarsi della precedente gag. Claudia però sembra apprezzare poco lo sforzo di Fausto e certo non manca di farglielo notare.
Una vegana intransigente, a 360° lo stereotipo di vegano che si immaginano tutti, con la piccola particolarità che lei, grazie alla futura presenza di Fausto nella sua vita e anche nella sua casa, tende, oltre che a dettare legge, anche a delegare i lavori più ingrati al pover'uomo, non tanto così poveretto, visto che se l'è sposata consenzientemente.
Un piccolo aneddoto da raccontare è quello sul riso, riso basmati biologico. In partenza per la Thailandia Claudia porta con se chili di riso basmati integrale non sicura di trovarne sul luogo (in Asia, non trovare riso in Asia?!), pegno per la rinuncia di tale zavorra da caricarsi sulle spalle fin sul suolo asiatico è una semplice telefonata all'ambasciata per sapere se in Thailandia si trova riso, riso integrale. Inutile dirvi che alla fine ha vinto la zavorra.
Il contenuto è anche divertente, ma nonostante il mio essere vegana non riesco a comprendere questa donna. 
Libricino da leggere sotto l'ombrellone, o in un uggioso pomeriggio, nulla di eccezionale.

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