mercoledì 5 novembre 2014

"Oscar e la dama in rosa" di Eric-Emmanuel Schmitt



Il 29 Settembre ho preso parte al primo incontro di lettura, organizzato dalla biblioteca del mio paese. 
E' piacevole passare un'ora con persone che amano leggere o che sono comunque interessate a questo mondo fatto di carta e inchiostro (anche se, aimé, sempre meno con l'arrivo degli e-book). Toccare e sfogliare le pagine, sentire l'odore della carta entrarti nelle narici, fino ad arrivarti al cervello.

Non voglio dilungarmi più di tanto su ciò che facciamo e di ciò che discutiamo, vi basti sapere che la persona che tiene questa iniziativa ci consiglia un libro da leggere, in un mese, e di cui poi si parlerà, la volta dopo.
Veniamo al libro, ora.
In quell'occasione ci è stato proposto un libro di Eric-Emmanuel Schmitt, uno scrittore contemporaneo, nato a Lione: Oscar e la dama in rosa.
Poche pagine, nemmeno un centinaio, che racchiudono in se emozioni forti: rabbia, rassegnazione, amore, coraggio.
E' la storia di un bimbo, Oscar appunto, a cui viene diagnosticata la leucemia, lui ha solo 10 anni e una vita che gli sta per sfuggire dalle mani. Due genitori che pare non vogliano scendere nella realtà, sembra facciano finta che la malattia non esita, più per non farsi vedere deboli difronte ad un figlio consapevole che da vivere gli resta ben poco. Il tutto viene sollevato da questa dama in rosa (Nonna Rosa), altri non è che una volontaria che ogni giorno va a trovare Oscar, e con lui inizia un "gioco" per fare vivere al meglio i suoi ultimi giorni e che farà capire al piccolo che i suoi genitori non lo odiano.
La lettura è scorrevole, un piacere leggerlo, scritto molto semplicemente, in fin dei conti dovrebbe essere scritto in prima persona da un bimbo di 10 anni: Oscar.
Consigliato!
Ed ora, vi lascio con qualche bella frase, tratta dal libro.


"Se mi interesso a quello che pensano i cretini, non avrò più tempo per quello che pensano le persone intelligenti"

"Ecco. Bisogna distinguere deu pene, Oscar, la sofferenza fisica e la sofferenza morale. La sofferenza fisica la si subisce. La sofferenza morale la si sceglie.
Se ti piantano due chiodi nei polsi o nei piedi, non puoi fare altro che avere male. Subisci. Invece, all'idea di morire, non sei obbligato ad avere male. Non sai che cos'è. Dipende dunque da te"

(dialogo tra Nonna Rosa e Oscar)
Nonna Rosa:  Sai, Oscar. Morirai, un giorno. Ma anche i tuoi genitori moriranno.
Ero stupito da ciò che mi diceva. Non ci avevo mai pensato.
N.R.:   Sì moriranno anche loro. Tutti soli. E con il rimorso terribile di non essere riusciti a riconciliarsi con il loro unico figlio, un Oscar che adoravano.
Oscar:  Non dica cose del genere, Nonna Rosa, mi fanno venire il magone.
N.R.:  Pensa a loro, Oscar. Hai capito che stai per morire perché sei un ragazzino molto intelligente. Ma non hai capito che non sei il solo a morire. Tutti muoiono. I tuoi genitori, un giorno. Io, un giorno.
O: Sì. Però io passo davanti
N.R: E' vero. Tu passi davanti. Ma con il pretesto che tu passi davanti, hai forse tutti i diritti? E il diritti di dimenticare gli altri?

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